I materiali che usiamo, Il Tadelakt
Calce naturale debolmente idraulica prodotta nelle fornaci di Marrakech e ricavata da una pietra calcarea locale. Tali pietre, disposte a formare un cono intorno ad una buca che costituisce il forno in cui vengono bruciati rami di palma ed olivo per tre giorni. In seguito le pietre vengono “spente “ con poca acqua e setacciate.
La calce in edilizia si distingue in aerea e idraulica. La prima non è resistente all’acqua al contrario della calce idraulica (da qui il nome).
La sua composizione naturale, oltre ad avere proprietà battericide e fungicide, lo rende un materiale ideale per la bioarchitettura.
Le sue straordinarie doti di impermeabilità sono paragonabili, se non superiori, a quelle delle malte a base di cocciopesto impiegate dai Romani per la realizzazione di acquedotti, cisterne e termae.
Il tadelakt non ha bisogno di essere additivato di inerti per resistere all’acqua ed alle sollecitazioni meccaniche.
La calce va applicata come un intonachino in due o più strati “fresco su fresco” su fondi minerali molto ruvidi ed assorbenti imbibiti con acqua.
La tecnica applicativa si compone di almeno sette passaggi. Si stende il tadelakt, si continua a schiacciare e comprimere, termine che non a caso deriva dall’arabo “dellek”, cioè “impastare, schiacciare”, prima livellandolo con una taloccia in legno di cedro, poi comprimendolo con la lingua di gatto, e poi passando più volte delle pietre molto dure. Tradizionalmente si utilizzano sassi raccolti nella valle del Draa.
Si continua in un alternarsi di lisciature con pietre e spatoline in plastica, fino a “chiudere” tutti i pori del tadelakt, in maniera da ottenere una superficie liscia dalla consistenza litoide.
Il giorno dopo sul muro umido così preparato si passano con pennello e pietre uno o più strati di sapone nero. La parete diventa lucida ed impermeabile.
Per ridurre la manutenzione in genere si consiglia di ravvivare con sapone nero ogni sei mesi.
Sulla calce asciutta si stende infine un composto di cera d’api, carnauba e solvente ad un mese di distanza circa che può essere rinnovato periodicamente. Due mani di cera, la prima semiliquida a pennello che penetra nelle cavillature, la seconda in pasta a spessore per uno strato più resistente ed impermeabile.
A fine lavori viene fornito un contenitore con cera pronta all’uso.
Sapone (Sapone Nero – Beldi)
Il Sapone Nero viene dalla regione di Essaouira (Marocco). Si tratta di un sapone in pasta molle 100% naturale, a cui da secoli le donne del Nord Africa si affidano per ottenere una pelle morbida e satinata.
Il Sapone Nero è ottenuto a partire dalla macerazione di olive nere spremute e potassa (idrossido di potassio), non subisce nessun trattamento chimico, non contiene né profumi, né coloranti, né conservanti. 100% naturale purifica la pelle e la nutre al tempo stesso, grazie alla presenza di vitamina E.
Viene utilizzato con la kassa (guanto marocchino) per il gommage e l’esfoliazione della pelle soprattutto nei trattamenti Hammam o durante un bagno di vapore.
Cera
Realizzata in pasta, prodotta in proprio, e costituita da una miscela di elementi naturali selezionati (encausto) quali cera d’api, cera di carnauba e solvente.
Viene applicata e lucidata con un panno. Le proporzioni degli elementi variano a secondo dell’uso a cui è destinato, come pavimentazioni, docce, vasche etc. , ma anche in base alle esigenze estetiche.
Cera Carnauba
La cera Carnauba Fores è una resina vegetale molto pregiata, ricavata per essudazione dalle foglie della Copernicia cerifera, una palma il cui nome proviene da una popolazione indigena del Brasile.
La cera Carnauba si presenta sotto forma di piccole scaglie colore giallo pallido ed è ricercata per le sue caratteristiche di resistenza e brillantezza.
Viene aggiunta ad altre qualità di cere per aumentare il punto di fusione, la durezza e la limpidezza.
È usata anche come agente lucidante nell’industria alimentare, in particolare in alcuni tipi di caramelle particolarmente lucide come le M&M’s, gli Smarties e le Tic Tac, nelle Golia Bianca, nelle Fruittella, nelle liquirizie Kimono della Haribo, nelle Mentos e in alcuni tipi di cioccolatini. Nell’industria cosmetica è usata come ingrediente di creme e rossetti mentre nell’industria farmaceutica trova applicazione nel rivestimento di pastiglie e capsule.